Se un disegno basta a parlarsi, se è necessario immaginare un armadillo per guardare il proprio bene e il proprio male, se c’è un bisogno da raccontare: questa è la sua storia. La storia di un sentimento costruito con un tratto semplice, che risolve l’infinita guerra del centro con la periferia, delle borgate con il Colosseo, del cuore con la punta delle dita ripiegate in un pugno. Non è facile pensarsi come fossimo una striscia di fumetto, un personaggio inventato che parli per noi: scegliamo un nome diverso, un nick o un truck, un pernacchio come intercalare, e poi sputiamo via quello che ci affligge e ci tormenta. Dunque così facevano i poeti, così funziona l’anima delle cose quando la investiamo: è una resistenza che pervade gli oggetti, il primo anello regalato, la custodia di un temperino, la macchia di sangue rosa e un dente sotto il cuscino. Il personale è un bel pasticcio, più del politico, nel mezzo c’è la chiave per la trasformazione. Passa per il sociale con la -e, momento collettivo in cui si trova l’altro, superando la paura di parlarsi e il senso di nullità.
Zerocalcare è un autore di storie con dentro un pensiero: sembra facile. Un giorno perdiamo un amico, abbiamo un tarlo da qualche parte, poi ce ne dimentichiamo, diventiamo peggiori. Un giorno qualcuno non c’è più e noi vorremmo scomparire di rimando, subito, per non sentire il male. Poi scriviamo una lettera a noi stessi perché il destinatario è altrove, trovando un modo per fermare il tempo e dargli un senso. Serve un pezzo che sia vivo, messo dentro come un segreto in un fumetto, in una frase o un disegno, un pezzo di carta straccia ripiegata con un cuore a penna. Le storie belle, le favole, le canzoni, funzionano così.
Se uno non sa bene come fare, è sufficiente il punk; che sia romano, ignorante o americano, è uguale. Ha a che fare con la libertà. «Significa mettersi in gioco con quel che si è, senza badare a quel che si ha».
Zerocalcare- Strappare lungo i bordi- 2021- Netflix – Serie