Allora la morte è un sogno. È un riparo dalla tempesta, consolazione del sole dopo la furia e il maelstrom, il rosso dolce del tramonto che devolve – e poi il buio. I lupi ci proteggono, il motivo arcano della paura si frammenta insieme all’io.
È come la polvere nella pratica delle cose, sospesa e invisibile nel mezzo della vita. Denti aguzzi coltelli fanno un cerchio per trattenere i demoni quando è notte: secondo legge di natura il sangue è spargimento di materia universale. Usiamo le parole per incarnarle, raccogliamo carne intorno a un’ossatura di linguaggio. Siamo stelle, ci dissolviamo di immaginazioni nel grande corpo della galassia.
C’è la caccia e il dolore, il duello e la ferita, la devozione e il pentimento. C’è il corpo di una prostituta divenuta vergine, il cadavere di un Cristo qualunque fatto Dio degli uomini. C’è il mare che perde e accompagna, bruciando vendetta a colpi di sale. La storia di uno è la storia di tutti: Michelangelo Merisi ha il segno dei suoi dipinti, chiesa e inferno, perdono e libertà, in una fuga infinita. Siamo dove lui muove, nel buio spalancato dove passa un filo di luce.
Un’immagine ci mostra a noi stessi, diventa la mancanza dove perdere i sovrappiù. Un corpo altro fa sentire il proprio, lo diventa. Solo l’amore ci lava dal mondo.
Ti aspettavo
Devo fuggire
Resta
Il giorno è una taglia sulle mie tracce
Conservo le tue mani
Di te mi abbaglio
Arriva il sole
Vai
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Caravaggio- Ernesto Anderle- Beccogiallo editore- 2022