Il cinema respira la storia che si approssima all’oblio, la tira via dal nulla su un corpo di pellicola ridando forma ai corpi: siamo in Argentina, tra lacrime e gente che scompare, dove la natura immortale dei fantasmi racconta di sequestri e violenza. La notte e il giorno sono disposti a piacimento da burattinai in divisa, come conviene al comando, armi schierate contro il pensiero.
Quante volte ho sentito certe parole fino ad abituarmi, ho letto di libertà negate, dittatura, omicidi politici, guerriglia, strategia della tensione, stragi. Ho sentito madri che invocavano giustizia, ho visto immagini e fotografie per poi scordarle, mentre le grida svanivano al pensiero successivo e il sangue era di un rosso qualunque.
I militari che presero l’Argentina a colpi di delitti, schiacciando uomini donne e ragazzi sono stati processati e condannati. In Italia aspettiamo risposte per Ustica, Aldo Moro, Falcone e Borsellino, Piazza Fontana, Bologna, e via a seguire, tra depistaggi e menzogne. Non c’è modo di avere verità: nessuno sa e nessuno parla. Con questi pensieri in testa chiudo il film, è notte, ho un sacco di voci nella mia testa.
Verrai fucilato
Non ho fatto niente
Sei morto
Sento i pianti ogni volta che chiudo gli occhi
Pensava di averle salvato la vita
non la rivide mai più
Sono incinta
Nei sogni compaiono i corpi, urlano nel buio, non so che vogliono, chiedono qualcosa, mi guardano- io ripeto che non so niente, non ho fatto niente, di colpo mi sveglio sudato col cuore fuori dal petto, questa è la mia stanza; ho un senso di vomito, lo accetto, credo sia giusto, credo di capire. Avere le parole e tacere, assistere a un sopruso e voltarsi, è come far parte del plotone che esegue la sentenza di morte, sentire la nausea del sangue non visto. Io c’ero, e non ho fatto niente.
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Argentina 1985- Santiago Mitre- Film 2022