Nessuno che sappia il senso del sentimento che tiene insieme la materia del mondo; nessuno meglio degli abbandonati, dei cantori, dei guerrieri predestinati alla sconfitta. Restare senza, chiedere, richiamare. Piangere con i versi, pregare e disperarsi. Dare corpo.
Avete qualcosa da ridire rispetto al racconto di un amore? Sapete forse come fare, nelle pareti senza una luce naturale di occhi dall’interno del vostro stomaco in fiamme? Avete rimedi, sensi, ricordi che siano vita da cui prendere sangue e sostanze? La risposta è no. Io non credo, io non ce l’ho.
Non ho grazia di dormire
per il troppo pensarti
per il non parlarti
che se ti trovo per strada
non ho una parola
come luna che per splendere
necessita di altra luce
era la prima notte del novecento
sentivo una voce di febbre
come una serenata
nel silenzio
E invece le storie dicono come succede. Le poesie e i poeti lo fanno. Cantano un vuoto dolore come si canta un sogno. Cantano l’ombra immaginata da una finestra, parlano a volte con l’aldilà. Sognano e inventano, perché dell’amore nessuno sa niente: non confondiamo. C’è un mare di sonno perso, tentativi infiniti di fiori che marciscono, di botte e malattie mortali. Ci sono lettere spedite e affidate, frasi con rime di ogni sorta, inganni e macchinazioni. Finché non resta che affidarsi al destino, al vento di ritorno, lasciando aperta una finestra e una preghiera. Se non accade, un uomo resta a vivere per sempre in una canzone, preso che non lo trovano più, perduto per una donna come un’anima in cerca di pace.
Le canzoni napoletane non hanno niente da insegnare. Portano pericolo e lacrime, sono fatte di sangue e apparizioni. Suonano da un seminterrato, da una vecchia radio che ha un solo pulsante: spento o acceso.
Colpo e silenzio.
Tum-
Tum.
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Passione- Maurizio De Giovanni- Teatro (Scenari Pagani, 14 novembre 2023)
Live band / Marco Zurzolo Sax / Carlo Fimiani Chitarra/ Marco de Tilla Contrabbasso/Marianita Carfora Voce/ Maurizio De Giovanni Voce narrante