Iataffaticà / C’era una volta

Raccontare i politici dell’Italia di oggi è un esercizio semplice. Vengono dal nulla, non hanno mai lavorato, non sono tecnici né competenti. Con le eccezioni doverose, il panorama attuale è piatto, privo di spessore, farcito di imbarazzi, buffonate e capriole. La servitù regna, ma i poveri non prendono il potere, ostaggio di leccaculo e pappagalli. Voltagabbana non è chi cambia idea o partito, ma quotidianamente si contraddice, smentisce e replica, accusa la luna della sua luce riflessa, dimentica persino il suo nome e lo cambia a piacimento, annuncia ponti a suon di denari e poi calcola in diretta i soldi della spesa sanitaria premendo tasti a cazzo su una calcolatrice.  

Non mi scuso delle parolacce. Sono volute, dipendono dal clima. Siamo nell’era del tutto e del nulla moltiplicato per i canali della pubblica comunicazione. Il tempo pecoreccio della prostituzione, della mancanza di vergogna e di spessore insieme. Vengo al sodo. Sono al cinema. Storia di Enrico Berlinguer.

Nel grigio di certe movenze, il racconto fa impressione. Sullo schermo passano parole e figure d’altri tempi. Bombe, fascisti, responsabilità. Andreotti, Fanfani, Aldo Moro. La costituzione. I referendum. Il Cile. La Russia. Gli americani. Il processo politico. Le feste dell’unità. Gli operai. Le stragi. C’è tutto quello che siamo diventati ora, senza nostalgia. Prima della televisione di Berlusconi. Prima della fine. Guardo e non capisco perché mi commuovo. Il Pci era grigio, sapeva di vecchio. Eppure il ritmo è quello del respiro, le parole richiamano la folla. La musica riporta il passato in un non-tempo che riesce a smuovere i sensi. Questi uomini pensavano per conto di altri, per un’idea di bene. Che poteva essere sbagliata o giusta.  

In poche semplici frasi, la resistenza attuale, la sola possibile, è la memoria. Essa è ricostruzione e conoscenza, rimessa in circolo mentre scompare. Da qui si parte per qualcosa di reale. Una casa nelle città del futuro. Un campo sul mare. Per uscire dall’immateriale che diventa il nulla. Dopo Moro, Pasolini, Piazza Fontana, il Divo, Gomorra: nell’era della polvere che si perde nell’infinito, il cinema ha senso, prova un racconto. Un cerchio magico per non perdersi.

Mi hai detto che

gli ideali non esistono più

neanche un pensiero che resista

una storia che sia accorta

a non fami male mentre dormo

eppure tutto comincia così

c’era una volta

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La grande ambizione- Andrea Segre / film 2024