Love is a vampire

Un tempo avevo ancora del sangue che mi animava il corpo. Scandivo le ore che mi separavano dal giorno e dalla notte, dall’amore scambiato e dalla sua presenza. Un tempo il tempo aveva senso, poi le gocce rimaste, da sole, hanno scandito tutto quanto accadeva.

Finora.

Così era la materia del sentimento, alternata di stagioni e corse, di accelerazioni e immobilità, secondo il ritmo del cuore. Lei c’era e di rimando c’ero io. Lei si muoveva e io la circondavo, lei si voltava e io le disegnavo un cerchio intorno, più grande. Nella sua orbita ero vivo. Ora si muove un pianeta e non lo avverto. Precipitano i cieli e me ne scordo. L’abisso è privo di luminescenza, non c’è più varco né apertura o feritoia. Nulla si vede dai miei cavi occhi, niente che la più vuota cecità.

Chi sa qualcosa di lei e dell’amore, sa di me. Chi muore trova un che di pace, a volte nasce senza più memoria. Io no. Io resto a mezzo di un continuo precipizio che non ha suolo. Non c’è una fine alcuna. Il mostro ha dalla sua la forza di un lamento che ferisce, uno squarcio dallo stomaco alle stelle che non vede più. La rabbia non allenta, né la morsa. Il mostro vorrebbe la morte con la morte. Oppure lei.

Ma resta in mezzo al guado mentre il fiume si ritira, e non c’è terra né acqua.

Solo il mostro, con il suo cuore cavo.

Solo io.

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Nosferatu/ Robert Eggers/ Film 2024